Accordo SFC e Assessorato Turismo: tutti i numeri di una crescita di qualità

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È stato presentato a Sassari, alla presenza dell’assessore Barbara Argiolas e del presidente della Fondazione Sardegna Film Commission Antonello Grimaldi, l’accordo di collaborazione tra l’Assessorato regionale del Turismo e Commercio e la Fondazione Sardegna Film Commission, mirato a favorire il posizionamento competitivo della destinazione Sardegna attraverso la realizzazione di prodotti audio-televisivi e per il cinema in linea con la strategia regionale di specializzazione intelligente (S3).

 «Questo accordo sancisce una collaborazione che va avanti ormai da qualche anno e che rende la Fondazione un partner privilegiato e operativo per l’attuazione delle strategie regionali di promozione del territorio: basti pensare alle azioni internazionali come le partecipazioni a Expo Milano 2015 e Expo Astana 2017.» ha dichiarato l’assessora Argiolas. «Per il 2018 l’accordo prevede l’impiego di circa 1,8 milioni di fondi comunitari per la promozione del territorio e questo è un segnale importante. I fondi comunitari ci sono e sono un’ottima opportunità per dare supporto ai progetti di comunicazione e valorizzazione territoriale, perché il Cinema non è soltanto una vetrina di promozione per il territorio ma un attrattore di investimenti e crescita della filiera locale che porta ricadute importanti. In questo senso è stata prevista una attenta attività di monitoraggio: l’intervento pubblico impone infatti che si conosca il rientro dell’investimento in termini di impatto per ogni singolo euro speso.»

«L’accordo – conclude Argiolas – avrà termine il 31 dicembre 2018, ma l’intenzione è di renderlo pluriennale proprio per dare continuità all’investimento. È evidente l’attenzione mediatica che la nostra isola sta vivendo e questo non è un caso: dietro questo interesse crescente delle produzioni nazionali e estere per la nostra isola esiste una struttura che lavora intensamente tutto l’anno e che ci permette di essere competitivi e attraenti rispetto alle altre regioni italiane e ai paesi mediterranei. E non soltanto in termini di location ma anche di maestranze sempre più professionali e preparate e di opportunità finanziarie che la Regione mette a disposizione.»

La direttrice generale della Fondazione, Nevina Satta, è intervenuta illustrando nel dettaglio i termini dell’accordo (800.000 euro per il fondo Ospitalità400.000 euro per il fondo Location Scouting600.000 euro per il fondo di promozione e co-marketing internazionaleper promuovere la destinazione Sardegna nell’immaginario collettivo).

Importanti i dati del primo semestre presentati dalla direttrice: la Fondazione Sardegna Film Commission ha assistito 85 progetti, risultato che segna un tasso di crescita pari all’85% rispetto al 2017. In pole position i lungometraggi (28%), seguiti dai documentari (24%) e dai format tv (15%). Il restante 33% si divide tra serie tv, cortometraggi, spot, videoclip, videogame e photo shooting. Questo aumento dei progetti rispetto al 2017 «è un dato importante, un risultato di sistema che riguarda non soltanto la nostra capacità attrattiva dei progetti audiovisivi ma anche la possibilità di portare sull’isola un’eterogeneità di investitori anche in periodi destagionalizzati» – sottolinea Nevina Satta. «Abbiamo ampliato – grazie alla collaborazione sinergica con l’assessorato regionale del Turismo – la capacità di accogliere i format televisivi e anche di ispirarli creativamente nella valorizzazione delle peculiarità dell’isola: pensiamo ad esempio ai food show come “Quattro Ristoranti” di Alessandro Borghese o “Masterchef”».

Continua la direttrice della Fondazione con uno stato dell’arte dei primi mesi del 2018: «quest’anno abbiamo visto non soltanto sugli schermi cinematografici e televisivi alcuni progetti realizzati in Sardegna (“Loro” di Paolo Sorrentino, la serietv “Fabrizio De Andrè. Principe Libero” per RAI), ma anche un riscontro di premi, festival internazionali e vendite nei mercati esteri dei film “Made in Sardegna” (“Figlia mia” di Laura Bispuri“Il clan dei Ricciai” di Pietro Mereu“L’uomo con la lanterna” di Francesca Lixi). Negli ultimi mesi anche la stabilizzazione di una serialità televisiva di successo come “L’isola di Pietro”, confermata in Sardegna per la seconda stagione raddoppiando gli episodi e la permanenza sul territorio. Caso analogo, la produzione “Catch-22”, che vede l’atteso ritorno di George Clooneyalla serialità televisiva con una produzione molto complessa Paramount Tv per Hulu. Sarebbe stato molto più semplice ed economico girare questa serie in costume in un grande studio in green screen e invece ha trovato una sua naturale collocazione sulla nostra isola. Un risultato che lascerà sul territorio un introito diretto di circa dieci milioni di euro.»

Sottolinea il presidente della Sardegna Film Commission, Antonello Grimaldi: «Le film commission nascono con due obiettivi fondamentali: valorizzare la cultura dei territori a cui appartengono e sviluppare l’industria cinematografica locale. Questi fondi europei aggiuntivi rispetto alle risorse già stanziate dalla regione con la legge cinema, rappresentano una grande opportunità di sviluppo e di maggior lavoro per le maestranze locali. Ed è importante ricordare che i fondi Ospitalità e Location Scouting della film commission non sono necessariamente ad uso esclusivo delle produzioni extra-territoriali, possono infatti essere utilizzate anche per la realizzazione di film isolani che coinvolgono professionisti o, come sempre più spesso accade negli ultimi anni, casa di produzione domiciliate fuori regione.»

Conclude Nevina Satta: «ringraziamo la Regione perché questa forma di stabilizzazione dell’investimento sulla filiera e sul territorio farà sì che la Sardegna non venga interessata soltanto sporadicamente dai progetti audiovisivi, ma che diventi un territorio competitivo, affidabile e accogliente. Questo investimento reciproco farà la grande differenza nei prossimi anni: iniziano ad etichettarci come la possibile “nuova Puglia” e questo ci dà una grande responsabilità ma anche la possibilità di giocare una partita importante. É chiaro che i numeri della struttura devono cambiare e che la collaborazione tra pubblico e privato deve diventare ancora più sistemica nell’interesse di una crescita globale della filiera audiovisiva».