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Biennale, Venezia: Lo Stagno di Cabras e i prodotti dell’oristanese casi studio del progetto “Trasformazioni possibili”

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Un’asta che diventa allestimento performativo, dove oltre 500 coni in sale e 12 sculture rimarranno in vendita, attraverso una piattaforma digitale, per tutta la durata della Biennale di Venezia. Partendo dal caso studio dello Stagno di Cabras e dei prodotti di Montiferru e oristanese, “Trasformazioni possibili” propone un nuovo approccio ai sistemi alimentari “per una transizione culturalmente rilevante“.

Trasformazioni Possibili è la sesta delle nove attivazioni site-specific di “Spaziale presenta”, la fase propedeutica alla realizzazione di “Spaziale: Ognuno appartiene a tutti gli altri”, il progetto del collettivo Fosbury Architecture (Giacomo Ardesio, Alessandro Bonizzoni, Nicola Campri, Veronica Caprino, Claudia Mainardi) per il Padiglione Italia alla 18° Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e supportato dalla Fondazione Sardegna Film Commission nella produzione del materiale video.

Il progetto indaga le relazioni tra prodotti tradizionali e filiere contemporanee, proponendo un approccio olistico ai sistemi alimentari – per una transizione culturalmente rilevante. Esplora consuetudini apparentemente immutabili, mettendone in luce le controversie in termini di sostenibilità, ma al tempo stesso il legame con l’identità, l’evoluzione e l’economia dei luoghi.

Lo Stagno di Cabras è un caso paradigmatico, con una comunità che si fonda da secoli sulla filiera della bottarga di muggine. La domanda incessante degli ultimi anni ha tuttavia fatto sì che i volumi di pesca locale non fossero più sufficienti e si è cominciato a lavorare anche ingenti quantità di bottarga importata dal Mediterraneo e dall’Atlantico.

L’intervento riflette su queste dinamiche, freno allo sviluppo di più appropriati processi di diversificazione. In risposta ad un’asta avvenuta a Cabras a Novembre 2022, in cui 12 baffe di bottarga interamente locale sono state battute fino a 600 euro al kg, se ne propone una messa in scena alternativa, che alimenti un fondo di ricerca integrata per le molteplici risorse del territorio.

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Un’asta che diventa allestimento performativo – prima nella Chiesetta di San Vincenzo, parte dell’antica Pischera ‘e Mar ‘e Pontis, e poi negli spazi del Padiglione Italia, dove oltre 500 coni in sale e 12 sculture in terracotta – anch’esse in crosta di sale – rimarranno in vendita, attraverso una piattaforma digitale, per tutta la durata della Biennale.

Una topografia astratta che materializza un elemento fondamentale per raccontare lo Stagno: la caratteristica salinità delle sue acque è infatti il risultato di interazioni complesse – tra natura, politiche ambientali, necessità del tessuto urbano e sistemi di produzione.

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La sesta attivazione è avvenuta nell’area del Montiferru, zona montuosa della Sardegna centro-occidentale, coinvolgendo come progettista la piattaforma per pratiche spaziali e relazionali Lemonot (Sabrina Morreale, Lorenzo Perri) e come advisor il ricercatore Roberto Flore. Incubatore del progetto è Cabudanne De Sos Poetas. Complessi e interconnessi, i sistemi di produzione e consumo alimentare sono spesso influenzati da dinamiche internazionali che producono considerevoli effetti a catena.

Nel corso degli ultimi anni, importanti studi scientifici hanno dimostrato la necessità e l’urgenza di ripensarli in un’ottica più sostenibile. Ma come possiamo crearne di nuovi che siano culturalmente rilevanti anche per le generazioni future? E quali saranno gli impatti che potrebbero generare sulle micro filiere produttive proprie di ogni territorio?

Nel tentativo di dare risposta a queste necessità sempre più stringenti, il progetto di collaborazione, prende in analisi e si interfaccia con alcune delle filiere produttive tipiche del territorio sardo, tra cui la filiera del Muggine e della Bottarga, quella del Bue Rosso e del Casizolu del Montiferru, della Pecora e del Fiore sardo dei Pastori, e ancora la filiera dei Cereali e quella dei vini come la Vernaccia di Oristano e la Malvasia di Bosa.

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“Se mai decidessimo di incamminarci concretamente sulla strada della transizione ecologica, – sostengono i curatori, Fosbury Architecture – dovremmo guardare al cibo come a un complesso ecosistema fatto di processi energivori, estremamente inquinanti e segnati da profonde diseguaglianze nell’accesso alle risorse”.

Nella sua ampiezza, il progetto per il Padiglione Italia si fonda sulla visione di Fosbury Architecture che l’Architettura sia una pratica di ricerca al di là della costruzione di manufatti e la Progettazione sia sempre il risultato di un lavoro collettivo e collaborativo, che supera l’idea dell’architetto-autore. Lo “spazio” è inteso, in questa visione, come luogo fisico e simbolico, area geografica e dimensione astratta, sistema di riferimenti conosciuti e territorio delle possibilità.

Nel periodo che precede l’apertura della Biennale Architettura 2023, da gennaio ad aprile, “Spaziale presenta”, vedrà l’attivazione di 9 interventi site-specific in altrettanti luoghi selezionati in tutto il territorio italiano. “Spaziale: Ognuno appartiene a tutti gli altri” sarà, all’interno del Padiglione Italia dal 20 maggio al 26 novembre 2023, la sintesi formale e teorica dei processi innescati nei 9 territori nei mesi precedenti, restituendo una diversa e originale immagine dell’architettura italiana nel contesto internazionale.