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David di Donatello 2023: Bentu di Salvatore Mereu candidato per la migliore sceneggiatura

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Bentu di Salvatore Mereu si aggiudica una candidatura al David di Donatello, nella categoria miglior sceneggiatura. E’ la quarta nomination al premio del cinema italiano per il regista dorgalese, vincitore nel 2003 come miglior regista esordiente con “Ballo a tre passi”. Le altre due candidature erano arrivate con Sonetaula nel 2008 e con Assandira nel 2021.

Bentu, prodotto dalla società nuorese Via Col Vento, è nato come cortometraggio per un corso di regia e sceneggiatura per gli studenti dell’Università di Cagliari e racconta la storia di un anziano contadino di Sanluri vissuto a metà del ‘900. Il film scandaglia il rapporto tra le generazioni e la natura con l’anziano che prepara la sua terra per l’arrivo del vento, “bentu” in sardo, che permette di liberare il grano dalla paglia in un mondo fatto di attesa. “Sono felicissimo – commenta all’ANSA Mereu – perché non mi aspettavo che un film con queste caratteristiche potesse ottenere un tale riconoscimento.

E’ un film piccolo che trae ispirazione da un racconto di Antonio Cossu, realizzato con gli studenti dell’Università di Cagliari, senza grossi distributori a sostenerlo e con una cifra impiegata nella produzione piccolissima. La cosa che mi rende orgoglioso è che questa candidatura così importante arriva a una piccola produzione come Via Col Vento, mia e di mia moglie Elisabetta Soddu, che opera nel cuore di San Pietro a Nuoro, un posto di botteghe artigiane molto lontano dal mondo del cinema. Questo film dà anche il riconoscimento che merita all’attore protagonista, Peppeddu Cuccu, che ha fatto di tutto per arrivare fino in fondo alle riprese nonostante le sue precarie condizioni fisiche”.

Il regista dorgalese in oltre 20 anni di carriera ha sempre vissuto a Nuoro: “Lavorare col cinema in Sardegna non è impresa facile, anche le cose sono cambiate rispetto a quando ho iniziato – osserva Mereu – basti pensare alla Film Commission e alla legge regionale del 2006 che ci sostien. Io ci lavoro con convinzione pur sapendo che il gap fisico tra il mondo del cinema e la nostra terra è grande. Stare qui però mi consente di raccontare la nostra terra partendo da un dato molto semplice: il mio vissuto, diretto o indiretto. E se un film realizzato con queste caratteristiche ha preso tanti voti per arrivare alla candidatura del David di Donatello vuol dire che anche dalla periferia si più arrivare al mondo”.