Esiste un momento nella vita di tutti in cui l’età adulta si fa solida. Succede così che la consapevolezza di sé, come somma di limiti, talenti, vulnerabilità e certezze si manifesti appieno legittimando il nostro ruolo nel mondo.
La sedia non è solo il titolo dell’opera prima del regista e fotografo Gianluca Vassallo. Allo stesso modo, l’oggetto che accompagna il protagonista per tutto il “viaggio” non è un semplice oggetto di scena, ma la Sedia n.1 disegnata da Enzo Mari nel 1974: entrata a far parte del suo progetto Autoprogettazione è un vero e proprio oggetto politico oltre che poetico, un oggetto che, come tutti quelli presenti in Autoprogettazione, rappresenta l’eredità morale di Mari.
Senza Dio, senza patria, senza famiglia. Pietro (Michele Sarti) cerca il suo unico fratello (Angelo Zedda), che non vede da tempo, per contendersi le uniche cose che il padre, morto di recente, ha lasciato in eredità: una pistola e -appunto- una sedia. Il suo cammino, scandito da tappe/incontri come in una “via crucis” civile, diventerà un viaggio, in una Sardegna quasi trasfigurata, attraverso i suoi demoni e quelli della contemporaneità.
Presentata in anteprima regionale al Cinema Odissea di Cagliari domenica 19 Novembre, l’opera di Vassallo è in tour tra Mantova, Bologna, Milano, Firenze, Roma, Mestre, Verona, Napoli, Cagliari, Oristano, Tempio Pausania e Pattada. Il 9 Dicembre, invece, sarà ospite di Salotto a New York, per un evento speciale voluto dall’hub per la ricerca culturale fondato da un gruppo di artisti e creativi italiani, residenti nella grande mela. Presto il film dovrebbe approdare anche nelle sale di Sassari e Olbia oltre che del resto d’Italia.
Il film è stato realizzato con risorse volutamente scarse, per rispondere alla necessità dell’autore di una produzione adesa, quanto più possibile, al tempo della scrittura. Un processo che l’autore e i produttori, amano definire “cinema di necessità” e che si concretizza in una prassi che annulla i reparti, sospende le gerarchie e produce con quello ciò che si ha a disposizione trasformando la produzione in un piano creativo aggiunto.
“Questo è il modo in cui mi piace fare il cinema, con pochi e con poco (certo, meglio non così poco) e senza attese, senza ministeri, senza regioni, senza Stato.” dichiara il regista, Governato e sostenuto dall’urgenza e dalla grazia a cui solo l’incoscienza o la maturità sanno farti arrivare.”
Scritto in 15 giorni e girato in 10, il film e la sua prassi produttiva sono la medesima cosa, perchè questa velocità, questa urgenza, hanno reso impossibile separare l’autore dal regista, il regista dal produttore, il produttore dal fotografo e così via. Girato tra San Teodoro, Azzanì e Budoni, dall’agosto al dicembre 2022, è sostenuto dalla Fondazione Sardegna Film Commission ma realizzato senza alcuna partecipazione pubblica. Il film è stato prodotto esclusivamente con capitale di rischio e con un crowdfunding presente sul sito.
Il film è distribuito da NoClaps, un marchio di White Box Studio srl, che ha come obiettivo la costruzione di una rete di sale, piattaforme e broadcaster, aperti alle produzioni italiane che operino attraverso la relazione tra le idee degli autori e il proprio capitale di rischio, favorendo così, un’industria cinematografica che – al servizio delle idee – produca significati liberi dalla presenza dello Stato.
“Sia chiaro” continua il regista, “la mia non è un’opposizione all’intervento pubblico nel cinema. Non trovo però giusto che si intervenga pubblicamente laddove il privato può permetterselo. Il sistema pubblico dovrebbe creare le condizioni perché ognuno possa fare cinema e supportare chi veramente ha la necessità, piuttosto che tentare di influenzare politicamente il mercato e la distribuzione”.
Il film La Sedia è nato così, come un tentativo urgente di fare ordine alle emozioni private e ai pensieri sul mondo, cercando una risposta ad una domanda complessa: qual è la nostra intima, e la nostra, collettiva, responsabilità dinanzi ad un lascito?