di Daniela Fois, pubblicato su ilCagliaritano
È stato trionfo di opere prime made in Sardegna al BiFest 2023, il Bari International Film Festival, coordinato dalla Puglia Film Commission e conclusosi lo scorso sabato 1 Aprile. L’astro nascente isolano Paola Sini è stata insignita del Premio “Mariangela Melato” per la Migliore Attrice Protagonista in La Terra delle Donne, diretto da Marisa Vallone e scritto e prodotto dalla Sini stessa, con la sua casa Fidela Film. Accoglienza assolutamente positiva anche per un’altra pellicola drammatica, Tutti i Cani Muoiono Soli del regista Paolo Pisanu, che porta a casa il Premio “Gabriele Ferzetti” come miglior attore protagonista conferito ad Orlando Angius.
Si tratta di una conquista per tutta la Sardegna, che ritorna gradualmente – ma non poi così lentamente – ad essere un’isola di cinema grazie soprattutto al grande lavoro della Fondazione Sardegna Film Commission.
Ente di governance della Regione Sardegna, rigorosamente nonprofit, la fondazione sviluppa e potenzia ormai da 10 anni l’ecosistema audiovisivo locale attraverso un intervento molto strutturato che opera su due livelli. Da un lato, si lavora su l’attrattiva dell’isola con incentivi fiscali per le produzioni nazionali e internazionali da realizzare in Sardegna, dall’altro si investe invece su acquisizione e potenziamento di competenze dei professionisti del territorio.
Tra i progetti di maggior orgoglio della Fondazione c’è infatti il NAS – Nuova Animazione in Sardegna, sostenuto dalla Regione Sardegna attraverso il Centro di Programmazione Regionale. Si tratta di percorsi di formazione per animatori 2D in lingua inglese che, in partnership con Toon Boom, azienda canadese produttrice di alcuni dei migliori software per animazione e storyboarding, promettono e permettono l’esposizione ad un mercato internazionale.
In una tale incubatrice di talenti, dopo un tirocinio dai 3 ai 6 mesi, gli artisti hanno i mezzi per mettersi in gioco come alcune delle figure professionali più richieste nel settore – dagli animatori, ai rigger, agli storyboard artists per i live action – non solo come dipendenti di aziende, ma come sviluppatori di progetti propri. Non solo innalzamento di opportunità e di competenze, quindi, ma anche sviluppo di aziende, opere e prodotti che confluisce nell’economia sarda manifestando risultati nel medio-lungo periodo.
Ecco quindi che il cinema si rivela capace di una ricaduta estremamente positiva sul territorio, il quale fiorisce non solo grazie agli introiti diretti che giungono delle grandi e piccole produzioni cinematografiche su suolo sardo, ma anche nella capacità di acquisizione di piccole-medie imprese da parte dei nuovi professionisti locali.
L’organizzazione, però, non si limita al lancio e rilancio di talenti all’interno dell’ecosistema audiovisivo. Si investe anche dell’importante missione di promuovere le risorse regionali impiegate nel settore turistico, sempre dentro la cornice di un’alta visibilità internazionale. Ciò avviene sia in maniera diretta, come accaduto per esempio lo scorso anno quando la FSFC si è fatta portatrice di una riflessione sulla biodiversità, presentando a Venezia prodotti provenienti da consorzi agricoli, vinicoli e caseari regionali. Altre volte si verifica in maniera indiretta, attraverso il grande impegno del cinema nel raccontare storie di eroi poco mediatizzati eppure autentici ambasciatori della prospettiva sostenibile tipicamente sarda che celebra il connubbio tra produttività e rispetto per la terra.
Non per niente, un aspetto caratterizzante del lavoro della Sardegna Film Commission è l’attenzione quasi ossessiva, già dal 2014, al controllo dell’impatto ambientale della produzione audiovisiva in Sardegna, tanto da profilarsi come un modello a livello europeo. Si punta alla sostenibilità sia sul fronte ambientale, controllando le emissioni di clorofluorocarburi, che su quello socio-economico, mettendo in atto meccanismi virtuosi di coinvolgimento della comunità locale con metodi di circolazione organica e funzionale di beni e materiali che l’isola conosce da sempre. Un esempio studiato e apprezzato a livello internazionale, che attrae colossi come Disney e li spinge – come nel caso de La Sirenetta, girato nel gallurese nel 2021 – non solo a lavorare con protocollo green ma a sperimentare delle forme di economia circolare per loro del tutto nuove.
Alla fine del 2012, nel muovere i suoi primi passi, la Fondazione si presentò con una visione ben chiara. «Il nostro primo slogan era “Porteremo la Sardegna nel mondo e il mondo in Sardegna”» racconta Nevina Satta, direttrice della Fondazione dalla sua nascita. «Ora questo è diventato addirittura uno slogan dell’Assessorato al Turismo e ne siamo molto orgogliosi».
Oggi la fondazione è cresciuta, cammina sulle gambe di una squadra solida e lungimirante. Uno sguardo al futuro, il loro, che li ha portati da appena 6 produzioni di lungometraggi nel primo anno di operatività allo straordinario numero di 126 progetti audiovisivi di varia natura e formato nel corso del 2022. E il 2023 si preannuncia ancora più intenso visto il numero di richieste già ricevuto dalla Fondazione in questi primi mesi. Solo tra gennaio e febbraio ha infatti ospitato più di 44 location scouting, registrando un numero mai visto prima, soprattutto per un mese di stallo come gennaio.
Un incremento di popolarità, in un ambito come quello del cinema che si fonda molto sul passaparola, significa rafforzare una reputazione di affidabilità. L’isola sta arrivando così ad apparire talmente interessante da richiamare l’attenzione anche di produttori che, non sapendo precisamente di cosa abbiano bisogno, valutano cosa la Sardegna abbia da offrire loro. «Abbiamo avuto le grandi piattaforme, i grandi produttori e soprattutto stiamo assistendo a grandi ritorni» conferma la direttrice. «Non si viene in Sardegna solo più per girare il lungometraggio di ispirazione isolana identitaria, ma sempre più spesso anche registi di calibro internazionale vengono ispirati dalla Sardegna per costruire nuove storie». Si trasforma quindi la logica di baricentri del cinema, il quale non si fa più solo a Roma, a Londra o a Los Angeles, ma anche in Sardegna in quanto terra garante di un’esperienza unica.
Non resta dunque che attendere la distribuzione dei due film premiati al BiFest: La Terra delle Donne il 27 Aprile, distribuito da Adler, e Tutti i Cani Muoiono Soli, distribuito da Fandango a partire dal 4 Maggio. Dopo una prima palestra nelle sale dell’isola, ormai grande test per le distribuzioni internazionali, le due pellicole porteranno poi un pezzo di Sardegna in tour nelle principali città italiane. «Sarà sicuramente una stagione che si apre bene, recupereremo anche dei titoli importanti durante l’estate» conclude la direttrice Satta. «La diversità di queste opere prime è una conferma della grande ricchezza e polifonia che l’isola ispira e garantisce. Per noi questo è un risultato davvero già straordinario».