V-art, Festival Internazionale Immagine d’Autore, nato a Cagliari nel 1996 e diretto dal regista Giovanni Coda si è svolto anche quest’anno con l’obiettivo di promuovere il cinema indipendente
attraverso film non convenzionali e di diversi generi (documentario, VideoA rte, animazione, ricerca elettronica ed elettroacustica). La venticinquesima edizione, di cui si è appena chiusa la III parte,
concluderà la programmazione con due nuovi appuntamenti in streaming programmati per fine marzo ’21.
Sabato 27 febbraio ‘21 è stato annunciato dal comitato organizzativo il terzo Premio Labor della stagione, che questa volta è andato al cortometraggio – opera prima – “l’Uomo del Mercato” della
regista sarda Paola Cireddu.
Il riconoscimento è stato attribuito con la seguente motivazione: “Un’opera di denuncia, espressione di un nuovo realismo forte e originale sulla nostra società “nascosta”. Un racconto scevro da retoriche di cortesia, denso di un’estetica del reale permeata dall’empatia per gli ultimi, parte integrante di realtà “invisibili” e dimenticate”.
Il premio Labor, istituito nell’ottobre del 2000, non si attribuisce al termine di una competizione, di una gara; viene consegnato solo ed esclusivamente quando è tangibile la necessità,
l’urgenza e il valore culturale che l’opera cinematografica porta con sé.
Fra i precedenti vincitori del premio annoveriamo il Maestro Gianni Toti, Leonardo Carrano, Ana de Alvear, Christine Parker. In questa venticinquesima edizione – 2020/21 – il premio è stato
assegnato a Carmen Giardina e Massimiliano Palmese per “Il Caso Braibanti” e al Collettivo Mira Videoart (Alessandra Atzori e Milena Tipaldo) per le opere “Pasquino” e “Storia di Edina Altara”.
Girato tra piazza Medaglia Miracolosa e altre vie del popolare quartiere di San Michele a Cagliari, nasce dalla sceneggiatura di Paola Cireddu, giornalista e regista, migliore opera nel 2017 a “Il Cantiere delle storie”, progetto formativo rivolto agli studenti universitari di diversi atenei italiani promosso dal Premio Solinas assieme agli atenei sardi. Narra le vicende di un uomo ai margini che per campare recupera vecchie cassette dai negozi e dalla strada e se le carica in spalla per rivenderle a pochi centesimi. Una storia di povertà, emarginazione, ma anche riscatto sociale e solidarietà tratteggiata dalla regista con un tocco di poesia, passione e disincanto.
Interpretato da attori non professionisti è prodotto da Bibigula di Maurizio Abis insieme al Premio Solinas, al Celcam e alle Università di Cagliari, Sassari e Roma Tor Vergata.
La colonna sonora è firmata da Machina Amniotica.